Ottenere la certificazione biologica di una produzione alimentare è il risultato di una scelta aziendale volontaria che può essere presa già all’origine o in un secondo momento. In quest’ultimo caso, si parla di conversione al biologico. Un’azienda può anche scegliere di certificare solo una linea di prodotti o una parte delle proprie coltivazioni, mantenendo convenzionale il resto della produzione. Le procedure di certificazione biologica sono definite dai regolamenti CE n. 834/2007 e n. 889/2008 che definiscono nel dettaglio diversi aspetti tecnici legati alla produzione, all’etichettatura, al controllo e valgono anche per i prodotti importati. I prodotti etichettati come biologici sono identificati dal logo Europeo: la foglia con dodici stelle bianche su sfondo verde. La certificazione biologica può essere ottenuta sia da aziende agroalimentari produttrici che di trasformazione.
“La certificazione biologica copre tutti i livelli della filiera produttiva.”
Il sistema italiano di certificazione biologica
Il sistema di certificazione e controllo del biologico fa capo alla Commissione Europea e si appoggia sull’organizzazione interna degli Stati Membri. In Italia, il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, MIPAAF, definisce gli organismi di controllo e certificazione. Questi organismi sono riconosciuti ufficialmente da Accredia, ente nazionale di accreditamento. Ad oggi, sono venti gli enti di certificazione e controllo riconosciuti in Italia, ognuno dei quali possiede un codice identificativo specifico. Inoltre, nel sistema di controllo, sono coinvolti su più livelli sia le Regioni e le Province Autonome che l’Ispettorato Centrale della tutela della Qualità e della Repressione Frodi dei prodotti agroalimentari, ICQRF.
“Le norme della produzione biologica sono stabilite a livello europeo e verificate da enti specifici.”
Come funzionano i controlli dell’ente certificatore
Quando un’azienda alimentare intende ottenere la certificazione biologica, deve quindi contattare uno degli organismi di controllo e certificazione accreditati. Da quel momento, comincia un percorso di riconoscimento o conversione al termine del quale l’azienda ottiene il rilascio della certificazione biologica. Se tutto si conclude positivamente, l’ente certificatore rilascia all’azienda:
- il Documento Giustificativo, valido tre anni e necessario per le aziende con più centri di produzione
- il Certificato di Conformità che indica le referenze certificate ed è richiesto per poter mettere in commercio i prodotti con il logo ufficiale
Una volta ottenuto il riconoscimento bio, l’ente di certificazione continua a svolgere controlli ordinari e costanti nel tempo per confermare che l’azienda rispetti tutti gli standard del biologico. Per prepararsi ad affrontare e superare con successo questi controlli, è quindi necessario, come sempre, conoscere perfettamente tutta la documentazione, i registri e verificare sia la loro corretta compilazione che la corrispondenza con la realtà. In particolare, è necessario:
- Conoscere perfettamente gli ambiti di azione del biologico lungo tutta la filiera
- Garantire la presenza di minimo 95% di ingredienti biologici per ogni prodotto
- Trattare le coltivazioni con rotazioni colturali, fertilizzanti naturali, lotta integrata e altre buone prassi volte al rispetto della biodiversità
- Soddisfare condizioni rigorose per il confezionamento, il trasporto e l’immagazzinamento dei prodotti
L’ente certificatore svolge controlli a sorpresa o concordati, con cadenza almeno annuale, per controllare che tutte le operazioni siano svolte conformemente alle norme di produzione biologica. Durante il sopralluogo, possono essere prelevati campioni di prodotti da analizzare in laboratori certificati. A ogni eventuale infrazione corrisponde una sanzione di diversa gravità, dal richiamo scritto fino alla revoca della certificazione con il ritiro del Certificato di Conformità.
Come interviene ANNORMA
Vediamo il caso dello stabilimento alimentare dell’azienda M., intenzionata a ottenere la certificazione biologica. L’azienda diventa cliente di ANNORMA dopo essere stata seguita da altra società di consulenza per le produzioni biologiche, senza però riuscire a raggiungere l’approvazione dell’ente certificatore. Una volta avviata la consulenza con ANNORMA, quindi, alla ditta è assegnato un ex ispettore certificativo di prodotto biologico. Con un solo sopralluogo, l’ex ispettore segnala tutte le non conformità e, assieme ai diversi consulenti aziendali, procede a sanarle in tempi molto stretti. A quel punto, viene richiesta nuovamente l’ispezione dell’Ente di Certificazione e Controllo che rilascia la certificazione biologica senza rilevare ulteriori non conformità o rilasciare osservazioni.
“Basta un solo sopralluogo per trovare tutte le non conformità da sanare.”
Scoprite come affrontare il controllo di un ente certificatore
Superare i controlli con ex ispettori
Come abbiamo visto, non è sempre immediato ottenere il riconoscimento bio di una produzione agroalimentare. Nel caso si sia già in possesso della certificazione biologica, è anche possibile che, se l’ispettore dell’ente certificatore riscontra gravi non conformità e un controllo di verifica ha quindi esito negativo, l’azienda rischi anche la revoca della certificazione biologica. È evidente come questa perdita, a meno che non avvenga in maniera calcolata, provochi all’azienda danni di immagine e richieda una riorganizzazione del proprio sistema commerciale. Va sottolineato anche che abbinare ulteriori certificazioni volontarie, come la Iso 9001, aiuti a rendere il sistema più efficiente, ma non basta a garantire che vada tutto bene. Per ottenere la certificazione biologica o garantirne la validità, ANNORMA offre la consulenza specifica di ex ispettori che hanno lavorato per anni proprio in un organismo di certificazione e controllo del biologico.